La Tomba n. 3 di Monte Giogo: una storia da scoprire
In continuità con il macro progetto “Viticoltura e vino in Umbria: dagli Etruschi ai benedettini” intrapreso nel 2021 che ha portato alla realizzazione di una nuova sezione museale dedicata agli Etruschi, implicando necessari aggiornamenti anche della sala I dedicata alle Origini e diffusione della viticoltura. Il consumo e il commercio del vino in area mediterranea, sono state avviate attività di studio e ricerca mirate all’implementazione dei nuovi allestimenti attraverso la valorizzazione di un contesto funerario di Monte Giogo, Perugia.
In particolare, il progetto riguarda lo studio e il restauro di importanti reperti archeologici provenienti dai depositi dell’Ipogeo dei Volumni di Perugia pertinenti alla Tomba n. 3 di Monte Giogo-PG, costituita da un’urna cineraria con coperchio di eccezionale plasticità raffigurante una scena di banchetto e il suo corredo di olpai, bicchieri, lucerne e altri utensili che accompagnavano il defunto nell’aldilà. Si tratta di ritrovamenti risalenti al dicembre del 1984 quando fu fortuitamente rinvenuta un’urna cineraria frammentaria di età ellenistica che portò alla scoperta ed esplorazione di tre tombe etrusche e al recupero dei materiali che ne attestano un “uso” nella seconda metà del II – prima metà del I secolo a.C.
Il progetto, reso possibile grazie alla collaborazione instaurata tra il Museo del Vino di Torgiano-MUVIT, l’Ipogeo dei Volumni e la Direzione Regionale Musei Umbria, si avvale della consulenza scientifica dell’Università degli Studi di Perugia – Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale e prevede:
– attività di studio e ricerca, tra le quali una analisi chimica dei residui al fine di individuare il contenuto -cibo? vino? olio? unguenti?- di alcuni manufatti;
– il restauro dell’urna cineraria e del suo corredo funebre;
– la valorizzazione dei reperti attraverso l’esposizione – corredata da idonei supporti didattici – e la fruibilità degli stessi nella sezione archeologica del MUVIT;
– la produzione di una pubblicazione sulle analisi condotte e le fasi del restauro propedeutiche alle collocazione museale, oltre alla promozione degli interventi attuati attraverso azioni divulgative ed eventi dedicati.
Le attività di ricerca, l’analisi chimica e il restauro del corredo funerario sono stati realizzati con il contributo della Direzione Generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura.
Vino e olio: passato, presente e futuro da una insolita angolazione museale
In accordo con l’obiettivo di divulgazione della cultura del vino e dell’olio e con la funzione di allaccio tra passato, presente e futuro perseguita dai musei, il progetto prevede l’aggiornamento del MUVIT e del MOO attraverso la realizzazione di nuovi allestimenti e apparati didattici e una serie di iniziative collaterali finalizzate alla valorizzazione e promozione degli interventi effettuati.
Si articola in due settori: vitivinicolo e olivicolo; al MUVIT il restauro e la valorizzazione di un importante corredo vinario bronzeo ha portato alla realizzazione di una nuova sezione espositiva dedicata agli Etruschi nell’ambito della più ampia tematica “Viticoltura e vino in Umbria: dagli Etruschi e benedettini”; al MOO l’attività prevede l’aggiornamento dei pannelli didattici e dei materiali illustrativi inerenti le tecniche di estrazione dell’olio.
Gli Etruschi al MUVIT
Viticoltura e vino in Umbria: dagli Etruschi e benedettini
La presenza etrusca in Umbria ha nel vino un aspetto di sicuro interesse. L’occasione del restauro di un corredo vinario in bronzo di epoca etrusca, di notevole rilievo archeologico, ha portato a concentrare l’attenzione sui reperti, enucleando gli Etruschi dal susseguirsi delle civiltà che nella sala I documentano le origini e diffusione della viticoltura e il consumo e il commercio del vino in area mediterranea.
Sullo sfondo della Tomba dei Leopardi di Tarquinia, i bronzi, legati al rito funebre, hanno trovato una nuova e suggestiva ambientazione.
Il restauro, a cura del dott. Adamo Scaleggi, ha ulteriormente evidenziato i dettagli di oggetti di particolare interesse; tra questi la Situla con doppia protome leonina e di Atena, l’Olpe globulare con la maschera gorgonica, lo Specchio con i Dioscuri Affrontati.
Il progetto espositivo, delineato con la curatela scientifica del prof. Mario Torelli, recentemente scomparso, è stato affidato al prof. Lucio Fiorini (Dipartimento di Ingegneria civile ed ambientale, Università degli Studi di Perugia).
La ricerca al MOO
Per il settore olivicoltura, l’iniziativa prevede l’aggiornamento degli apparati didattici e dei materiali illustrativi del MOO, alla luce delle nuove conoscenze acquisite dall’apertura del Museo, in accordo con la finalità dello stesso di porsi come centro di documentazione e divulgazione.
L’attività riguarda in particolare la sezione dedicata alle tecniche di estrazione dell’olio e muove dalla necessità di coniugarne la storia e la loro evoluzione nei secoli con le nozioni e acquisizioni attuali, al fine di offrire al visitatore gli strumenti idonei per un confronto tra passato e presente, nonché una chiave di lettura di processi e tecnologie legati a un prodotto cardine della dieta mediterranea.
L’Askos
Nuova collocazione ha avuto anche l’Askos bronzeo, I secolo d.C., ugualmente oggetto di rigoroso restauro conservativo, ambientato sullo sfondo dell’Atrium nella Domus della Caccia Antica a Pompei, raffigurata in un acquerello di Luigi Bazzani.
Il Medioevo
La rivisitazione della seconda sala ha portato anche all’avvio di un nuovo progetto di digitalizzazione dei documenti: testimonianze di Statuti, Editti, Bandi, Gabelle provenienti da archivi privati e pubblici e in particolare da monasteri Benedettini.