MUVIT e MOO - THE MUSEUMS OF THE LUNGAROTTI FOUNDATION

MOO

MOO Museo dell’Olivo e dell’Olio

Creato da Maria Grazia Marchetti Lungarotti su desiderio di Giorgio, il MOO Museo dell’Olivo e dell’Olio conferma una continuità di intenti con il MUVIT. Il museo è situato in un piccolo nucleo di abitazioni medievali all’interno delle mura castellane ed è gestito dalla Fondazione Lungarotti Onlus.

Il percorso si snoda lungo undici sale e si apre con informazioni redatte dal C.N.R. sulle caratteristiche botaniche dell’olivo, sulle cultivar più diffuse in Umbria, sulle tecniche tradizionali e d’avanguardia di messa a coltura e di estrazione dell’olio, affiancate da mappe sulla diffusione storica dell’olivicoltura. Le sale successive, ambientate nei locali che furono già sede di un frantoio attivo fino a pochi decenni fa, ospitano una ricca documentazione relativa alla storia e all’evoluzione delle macchine olearie: dai primi mortai in pietra del V millennio a.C. all’introduzione del trapetum (la vasca di origine greca, utilizzata dai romani, in cui si muovono le due ruote emisferiche), sino al richiamo ai più moderni impianti e all’invenzione del sistema “a ciclo continuo” che ha segnato l’avvio per la nuova elaiotecnica. Il percorso prosegue nei due piani superiori, dove la presenza dell’olio e dell’olivo nel quotidiano, gli usi e le valenze ad essi attribuiti nel corso del tempo sono documentati in sezioni: l’origine mitologica della pianta, il rilievo dell’olivicoltura, dall’economia romana alla ripresa medievale sino ai secoli recenti, l’olio come fonte di illuminazione, nelle religioni monoteiste mediterranee, nella medicina e nell’alimentazione, nello sport, nella cosmesi, come fonte di riscaldamento e come elemento significativo di un immaginario popolare che alla pianta e al prodotto derivato dal suo frutto ha attribuito – e in parte ancora attribuisce – valenze simboliche, propiziatorie, apotropaiche e curative.

Il Museo è diretto dalla storica dell’arte e archivista Maria Grazia Marchetti Lungarotti.

Temi e Collezioni del MOO

OLIVICOLTURA

Gli scavi di Ebla documentano dal III millennio a.C. la presenza del commercio dell’olio in area siro-palestinese, l’unica dove la nomina regale avveniva tramite unzione. Raggiunta la Grecia, l’olio è immediata presenza nell’alimentazione, cosmesi, religione, rituali, agonismo; nella medicina è lenimento, emolliente, componente di unguenti medicamentosi.  CONTINUA A LEGGERE

GLI USI DELL’OLIO

Dai tempi più remoti, l’olivo è presente nel sacro e nel profano di tutti i popoli mediterranei, dall’alimentazione alla medicina, alla mitologia, dall’olio come fonte di calore alla cosmesi e allo sport, dalla religione alla simbologia fino all’olio come fonte di luce. CONTINUA A LEGGERE

L’OLIO E LE ARTI DEL FUOCO

Tra le arti decorative presenti al museo ad attestare quanto richiamato nei singoli settori eccellono ceramica, vetro, ferro; la codificazione arti del fuoco gioca la sua parte. CONTINUA A LEGGERE

LETTERATURA

Dall’olivo divenuto letto nuziale di Ulisse all’olio come unguento per ungere il corpo dell’eroe caduto in battaglia, la pianta e il suo frutto sono soggetti nella Poesia. La tremula chioma argentea e il tormentato tronco, la vita millenaria, la simbologia ispirano i lirici greci come i poeti romantici, financo i viaggiatori del Grand Tour. CONTINUA A LEGGERE

USANZE E TRADIZIONI

Un passaggio affollato di proverbi e detti conduce all’ultima sala che ha per tema usi e costumi. Un ingranaggio in legno d’olivo richiama per la durezza del legno, atta all’uso di ingranaggio, al “fai da te” risparmiatore. CONTINUA A LEGGERE