MUVIT e MOO - THE MUSEUMS OF THE LUNGAROTTI FOUNDATION

EDITORIA

incisioni

EDITORIA

La sala XIX contiene trattatistica, letteratura, opere scientifiche, sacre e profane a carattere aulico e popolare (Sacre Scritture; scrittori tra i più rappresentativi dell’età classica, medievale e moderna; proverbi e almanacchi).

letteratura

 

LETTERATURA, TRATTATISTICA, TEATRO E MUSICA

Sono qui esposte edizioni di particolare rilievo, dalla cinquecentina del Simposio di Platone nell’edizione collazionata da Marsilio Ficino, a una superba cinquecentina in folio con la Vita e le Opere di Virgilio, illustrata da xilografie di gusto quattrocentesco, alle Metamorfosi di Ovidio, l’opera che più di altre ha consentito, attraverso la versione originale e la moralizzata, la sopravvivenza degli antichi dei. Dalla preziosa edizione francese dei due Filostrati sofisti greci, dedicata al Principe di Condè, alle Baccanti di Euripide (nella duplice traduzione di Sanguineti, 1968), regia di Ronconi al Piccolo di Milano e regia Squarzina allo Stabile di Genova. Sono di indubbio interesse le edizioni colte di Esiodo, Omero, Anacreonte e Petronio. Tra le opere relative al sacro è presente la Bibbia illustrata da continue incisioni nella Vulgata Sistina, stampata da Giunti nel 1611, a Venezia. Si contrappongono ad essa i “Carmina Burana” e le poesie di François Villon nell’edizione Varieté del 1955.

N.B.: viene qui citata solo in ben piccola parte l’affollata presenza di edizioni colte riguardanti in particolare la trattatistica di età illuminista.

exlibris

EX LIBRIS

Originato dalle note ammonitrici degli amanuensi, l’ex libris nasce nella Germania di Gutenberg intorno al 1470. Arriva in Italia nel corso del XVI secolo sotto forma di piccolo foglio, con inciso e stampato il nome del possessore (lo stemma araldico o un’impresa o una figura allegorica spesso accompagnata da un motto), che viene incollato sul piatto inferiore della guardia interna del libro. L’uso si diffonde nel XVII secolo, nel corso del XVIII diviene voga, decade agli inizi del XIX. Riprende con i Preraffaelliti e diviene una sintesi grafica del mondo interiore del committente, dei suoi aspetti culturali e delle sue ambizioni sociali. Torna in auge l’iniziale tecnica della xilografia che ha facile presa sull’incisore e sul committente per i suoi contrasti di luce. Tra il XIX e il XX secolo si diffonde un collezionismo colto che dilaga oltre i confini, attento all’uso dei torchi, agli inchiostri, alla carta e che volge interesse a committenze di rilievo.